Imu, esenzione prima casa per i coniugi che vivono a distanza: la verifica con le bollette e il medico #adessonewsitalia
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 209 del 13 ottobre scorso, ha stabilito che i coniugi con residenze diverse sono esentati dal pagamento dell’Imu. Viene fatta eccezione, e quindi sono tenuti a pagare la tassa sulla casa, per coloro che hanno la residenza in un immobile ma non anche la dimora effettiva. Una volta recepita la nuova normativa, sarà dato il via anche al rimborso per le coppie che hanno già versato le imposte non dovute per gli ultimi cinque anni. L’effettivo uso di due immobili come abitazione principale, però, deve essere dimostrato.
Come verificare l’idoneità al rimborso
La domanda per avere il risarcimento delle spese è possibile presentarla per i cinque anni successivi al versamento e il calcolo deve essere fatto a partire dall’anno successivo a quello del quale l’imposta era dovuta, ossia in questo caso per il periodo 2017-2022. Insieme dovrà essere esibita anche la dimostrazione che il nucleo familiare usufruisce di due prime case. Per farlo le modalità sono due: disporre delle passate bollette delle utenze (luce, acqua, elettricità, gas), che per verificare un uso continuo dell’immobile deve essere regolare nell’arco dei 12 mesi, oppure comprovare la scelta del medico di base nella città (o zona, nel caso in cui entrambi gli immobili si trovino nello stesso Comune) in cui si trova l’abitazione. Per coloro che, invece, non hanno pagato ma rispettano i requisiti per essere esentati dal pagamento dell’Imu, vengono sollevati direttamente dalla pronuncia della Consulta.
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